Descrizione
Dinanzi alla conclamata paralisi del processo decisionale in seno al Consiglio di sicurezza, negli ultimi anni l’Unione europea ha fatto ampio ricorso allo strumento delle sanzioni internazionali (cc.dd. “misure restrittive”) contro persone fisiche e giuridiche ritenute responsabili di condotte a vario titolo contrarie al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, con conseguenti limitazioni all’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali da parte dei soggetti sanzionati. Il cospicuo numero di ricorsi presentati dai destinatari di tali misure dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea ha dato origine a un ricco corpus giurisprudenziale, il quale ha contribuito in maniera significativa allo sviluppo della tutela giurisdizionale dei singoli e, in generale, all’evoluzione dell’ordinamento giuridico dell’Unione nel suo complesso. In questo contesto, il presente lavoro analizza i più recenti sviluppi del quadro normativo e giurisprudenziale relativo alle misure restrittive adottate in via autonoma dall’Organizzazione sovranazionale focalizzandosi, nel dettaglio, sull’impegno profuso dalla Corte di Lussemburgo al fine di assicurare ai singoli la completezza e la coerenza del sistema di tutela giurisdizionale istituito dai Trattati. Particolare attenzione è dedicata all’attuazione delle misure restrittive negli ordinamenti nazionali dei singoli Stati membri, senza tralasciare un doveroso approfondimento sulla crisi russo-ucraina, in uno scenario di crescente interconnessione tra la dimensione interna ed esterna della sicurezza dell’Unione.
Classe 1996, Giovanna Naddeo ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Giuridiche (curriculum internazionalistico-europeo-comparato) presso l’Università degli Studi di Salerno.
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.